Lettera all'Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andriy Yurash

Un gruppo di storici e intellettuali ha deciso di scrivere una lettera all'Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andriy Yurash, per dimostrare tutto il sostegno nei confronti della popolazione ucraina colpita dalla guerra in questi giorni.

"Egregio Signor Ambasciatore Andriy Yurash,

 

chi le scrive è un gruppo di insegnanti e ricercatori di diverse età, che svolge una vita semplice, fatta di gioie ma anche di normali e umane difficoltà. Ognuno di noi è legato da un’unica e vera comunione di intenti, ossia trasmettere la Memoria di tutto quello che è avvenuto durante gli anni bui della seconda guerra mondiale e far si che quello che di violento, inumano, vile e le ideologie becere e farneticanti del ventesimo secolo non si ripetano più. Il nostro fine è quello di aiutare, soprattutto le nuove generazioni, a fare tesoro di quello che di brutale è stato commesso contro il genere umano, ed in virtù di questo, essere portatori di giustizia e di pace opponendoci ai soprusi e alle violenze fisiche e morali. I giovani sono il futuro della società e sta a loro ed anche a noi tutti, costruire un futuro migliore fondato sul rispetto reciproco. Apparteniamo ad una società che, a livello europeo, è figlia delle ceneri e delle rovine delle camere a gas di Auschwitz anche se, queste ceneri e queste rovine, sembra non abbiano insegnato nulla, anzi, abbiano peggiorato di molto la situazione attuale. Egregio Ambasciatore, l’esempio di tutto questo è la guerra che in questi giorni si combatte ad est, che vede migliaia di innocenti soffrire, fuggire e morire senza una vera motivazione e giustificazione a tale violenza. La storia più buia per l’umanità si sta ripetendo. Così come avvenne più di ottant’anni fa quando Stalin riuscì a creare la grande Unione Sovietica annettendo Stati indipendenti con una loro storia, tradizione, cultura e religione come Lettonia, Estonia, Lituania, Crimea e Bielorussia, anche oggi Putin sta facendo ripiombare la nazione russa ed il popolo russo, nella stessa situazione del passato trovando ogni “buona” giustificazione per attaccare e schiacciare popoli, come in questo caso l’Ucraina, che ha una sua indipendenza, una sua cultura, una sua tradizione ed una sua religione. Con la guerra, mai giustificata, solo uomini, donne e bambini innocenti pagano il prezzo più alto, anche quelle persone che sono lontane geograficamente dai luoghi bellici. Ecco perché, abbracciando la sofferenza di quelli che sono schiacciati dal peso delle bombe e dall’assedio giornaliero mettiamo, nero su bianco, il nostro grande dolore condividendolo con lei Ambasciatore.                   Con la nostra pochezza, da un posto dove non cadono le bombe e dove i paesi non sono assediati ma dove, nello stesso tempo, regna una pace apparente scossa dalle continue notizie sull’Ucraina, le rivolgiamo il nostro più affettuoso pensiero promettendole la nostra giornaliera preghiera per la fine delle ostilità nella sua tanto amata nazione. Allacciandoci ad una frase che in questi giorni risuona spesso in televisione, per radio e telegiornali, “ognuno di noi deve fare la differenza”, con ogni strumento a disposizione per suscitare, in chi detiene le redini degli equilibri mondiali, sentimenti di pace, con i soli mezzi della diplomazia, per porre fine a questa inutile guerra-carneficina.                                                                                                             Pur essendo consapevoli delle nostre modeste competenze atte ad una veloce risoluzione del conflitto russo-ucraino, ci siamo impegnati sinceramente a dimostrarle il nostro incondizionato appoggio e la nostra vicinanza, nonostante i chilometri che ci dividono. Egregio Ambasciatore noi uomini e donne di buona volontà gridiamo unanime “viva la pace”, non quella da titoli di coda o usata come slogan per riempire articoli di giornale e arricchire le colorate bandiere che sventolano ovunque, ma quella pace che è presenza di un rapporto estremamente positivo in cui le persone e le nazioni hanno un grande cuore l’una per l’altra e cercano il bene reciproco. Con tutto il cuore siamo vicini a lei e lo facciamo per un sentimento di forte solidarietà verso la sua cara Ucraina e verso il suo popolo che fonda le radici nel rispetto, nell’uguaglianza, nella fratellanza e nella religione cristiana quale messaggera d’amore.                             Le auguriamo ogni bene, sperando che la guerra in atto possa finire presto per il bene dell’intera umanità."

 

Cutrofiano, San Cassiano, Nardò, 27/02/2022

                                                                                                        In Fede

                                                                                        Professor Raffaele Danese

                                                                                        Dottor Donato Maglio

                                                                                        Dottor Lorenzo Ingusci

                                                                                        Dott.ssa Katia Re 

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